Uniformi militari
I modelli per le uniformi sono stati elaborati traendo indicazioni da regolamenti, decreti e disposizioni dell’Esercito sabaudo durante il regno di Vittorio Emanuele II.
L’uniforme è quella di Ufficiale Superiore, Tenente Colonnello di Fanteria di Linea, adottata nel 1860.
Dopo la Prima Guerra d’Indipendenza (1848/1849), le uniformi subirono costanti modifiche: più appariscenti fino alla guerra di Crimea (1855), meno sino al 1860. In quell’anno, dopo che furono integrate le truppe provenienti dai vari eserciti degli staterelli annessi al Regno di Sardegna nell’Esercito Piemontese, venne adottata un’unica uniforme che teneva conto dei colori dei suoi reggimenti precedenti.
A questo proposito fu emanato, il 22 Marzo 1860, dal Ministro della Guerra, Gen. Manfredo Fanti, un Regio Decreto, firmato dal Re Vittorio Emanuele II:
Articolo I
1. La divisa della Fanteria di Linea, eccettuatane i Granatieri, d’ora innanzi sarà una stessa e sola per tutto l’Esercito.
2. Tale divisa consterà bensì di una tunica di panno turchino, tale quale alla forma ed alle dimensioni che infin qui era stabilita, se non che:
a) avrà la goletta di velluto nero ornata, alla base ad ai due lati anteriori, di una pistagna scarlatta.
b) sarà ornata della stessa ora detta pistagna lungo la linea di abbottonatura sul petto, alle mostre alle saccoccie, ed alle mostre alle maniche, sulle quali sarà una lingua pure di velluto nero a tre punte corrispondenti ai bottoni ornata, similmente alla mentovata pistagna .
3. I bottoni continueranno ad essere in metallo bianco con l’impronta del numero assegnato a ciascun Reggimento.
4. Tutta la Fanteria di Linea farà uso d’ora innanzi di cravatta in lana scarlatta ornata di pistagna bianca, invece di cravatta in lana nera .
5. I sott’Uffiziali, caporali e soldati della Fanteria stessa adopreranno in gran montura, tanto sulla tunica, quanto sul cappotto, spallini in lana rossa, conformi al modello dal Ministero approvato. I berretti da fatica saranno conformi anche al modello per tal fine approvato .
6. Il cappotto, i pantaloni, i kepy e tutte le altre parti della montura e del corredo, continueranno ad essere tali che infin qui erano determinati, se non che le mostre al cappotto saranno in velluto nero ornate di pistagna scarlatta. Le nappe del kepy saranno rosse col disco turchino e numero rosso.
Articolo II
1. I quattro Reggimenti Granatieri conserveranno la stessa loro attuale divisa e montura se non che:
a) faranno uso, tanto sulla tunica, quanto sul cappotto, di spallini in lana rossa come la rimanente fanteria.
b) sul kepy useranno tutti la nappa rossa col disco turchino in mezzo a cui il numero rosso.
2. I Bersaglieri, la Cavalleria, l’Artiglieria, il Genio, il Corpo di Amministrazione, il Treno e generalmente tutti gli altri Corpi dell’Armata, conservano le stesse loro divise attuali senza alterazioni.
3. Il Ministro predetto è incaricato dell’esecuzione del presente Decreto che sarà registrato dalla Corte Dei Conti.
Dato in Torino, addì 9 Aprile 1860
Si può ancora aggiungere che il grado era evidenziato dal numero dei galloni argentati presenti sul kepy, dalle spalline metalliche per l’alta uniforme, dalla dragona (appesa all’elsa della sciabola), dai galloni posti sul berretto di fatica e sui passanti sulle spalle.
Nel nostro caso, il kepy porta, oltre al fregio formato da un cappietto e da una coccarda tricolore fermata da un bottone con la Croce Sabauda, anche da un numero, il n. 3, questo significa che l’Ufficiale appartiene al III Reggimento Brigata Piemonte.
G. Cantelli – “ Le prime uniformi dell’Esercito Italianoâ€?- Stato Maggiore Esercito